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21 Marzo 2018

Milano. Doof si interroga sul food al tempo dei blogger e degli influencer

La stura l’ha data un programma generalista come Report in l’inchiesta sugli influencer e i foodblogger. Da quel momento il dibattito si è acceso sul
Milano. Doof si interroga sul food al tempo dei blogger e degli influencer

La stura l’ha data un programma generalista come Report in l’inchiesta sugli influencer e i foodblogger.

Da quel momento il dibattito si è acceso sul ruolo delle figure che mescolano informazione e consenso o, più prosaicamente, giornalismo e marchette. Problema italico antecedente sia ben chiaro all’avvento del web 2.0. Ma ora al tempo dell’internet social(izzato) il fenomeno ha assunto dimensioni ciclopiche causa la pletora di nuovi soggetti che hanno rotto l’argine della mediazione giornalistica e la proliferazione di figure di altri campi che hanno rotto la filiera tradizionale. Chef, pizzaioli, pasticceri, appassionati si propongono come opinion maker in grado di influenzare gli acquisti. Le aziende fanno leva sulla voglia di apparire e il nuovo infotainment apre alla commistione informazione/pubblicità.

Sul tema è molto sensibile Valerio M. Visintin aka Il Critico Mascherato del Corsera che ha fatto dell’anonimato a sistema la sua bandiera.

E che vuole diffondere il verbo del cibo raccontato e criticato giustamente con Doof, il food al contrario di quello che i nuovi eserciti della comunicazione propagandano senza sosta.

Giovedì 22 marzo, ore 19 alla Libreria Open, viale Monte Nero 6 a Milano, il gruppo dei “dooffisti” ha organizzato un incontro dibattito.

Ecco a voi copia-incollato il comunicato stampa di lancio in ossequio alle regole invalse su internet 2.0.

L’editoria tradizionale affonda e paga i suoi giornalisti con vergognose mancette. Nel frattempo, le aziende spostano gli investimenti su blogger e influencer, figure emergenti della comunicazione che confezionano contenuti a esclusivo supporto del messaggio pubblicitario.

L’informazione è ormai subordinata alle esigenze del marketing? È a rischio il giornalismo? E il mondo del food vive solo di markette? Esistono norme che regolamentano la pubblicità? Moriremo di consigli per gli acquisti?

Protagonisti del dibattito:
Matteo G.P. Flora (consulente e docente su temi sicurezza informatica e reputation company),
Alessandro Galimberti (Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia)
Vincenzo Guggino (Segretario Generale dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria
Anna Maria Pellegrino (www.lacucinadiqb.com)

Interventi video di Paolo Lottero (digital strategist) e Pamela Panebianco (agrodolce.it)
Modera: Valerio M. Visintin (critico gastronomico del Corriere della sera)

DOOF, l’altra faccia del food
Doof è un nuovo punto di osservazione per parlare di ristorazione, di cibo, di produzione alimentare in una chiave nuova, più fedele all’etica e più vicina alla realtà.
Doof è un sito nel quale scrivono soltanto giovani che vogliono intraprendere la professione di cronista gastronomico rispettandone le consegne deontologiche. Una palestra per i comunicatori di domani.
Doof è un convegno permanente, è un contenitore di iniziative.
Doof è una piccola rivoluzione.
Doof è il contrario di “food”

Doof nasce da un’idea di Samanta Cornaviera, Aldo Palaoro, Valerio M. Visintin.
E con: Francesca Chiades, Eleonora Dafne Arnese.

Informazioni:
Giovedì 22 marzo alle 19
Libreria Open, viale Monte Nero 6, Milano
Telefono 02.83.42.56.10
INGRESSO LIBERO
(crediti professionali per i giornalisti con iscrizione alla piattaforma SIGeF)

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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