Coronavirus. L’Hôtel de la Poste di Cortina denuncia la Cina per danni
Tu nascondi il virus? E io ti denuncio! L’Hôtel de la Poste di Cortina d’Ampezzo ha denunciato il ministero della sanità della Repubblica Popolare Cinese davanti al Tribunale di Belluno per “non aver tempestivamente segnalato all’Oms lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo fra novembre e dicembre 2019”, e “non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina”.
Questo è quanto si legge nell’atto depositato dall’avvocato Marco Vignola cui la società che gestisce l’hotel ha affidato la procura ad agire.
Una mossa che sa di provocazione, ma che mette l’accento sulle indubbie responsabilità di chi ha tenuto nascoste informazioni importanti per la salute delle persone in primis, ma anche delle economie di settori molto importanti per il nostro paese, il turismo enogastronomico innanzitutto.
I dati della Banca d’Italia (2019) parlano chiaro: ogni anno il turismo in Italia vale 12 miliardi di euro tra cibo, vino e acquisti vari, introiti bruciati dal lockdown, che anche all’indomani della riapertura risentiranno della paura del contagio, della contaminazione, della vicinanza.
Vale per tutte le nostre regioni, e in modo particolare per località come Cortina, che quest’anno a marzo avrebbe dovuto ospitare le finali di Coppa del Mondo di Sci Alpino, naturalmente annullate per colpa dell’epidemia.
Probabilmente non sarebbe cambiato molto, anche avvisando l’Organizzazione Mondiale della Sanità, eventi di grande affluenza come questo non si sarebbero tenuti comunque. Ma con l’opportuna organizzazione i danni sarebbero satati almeno contenuti: l’hotel, sfumata l’intera stagione sciistica, ha dovuto licenziare tutto il personale e disdire le utenze, così’ come il resto delle strutture locali. Al tribunale di Belluno, quindi si chiede di accertare “le gravi omissioni” del ministero cinese che “hanno impedito allo Stato italiano una tempestiva assunzione di provvedimenti da adottare di ordine pubblico e sanitario, che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid-19”.
Fonte: [Repubblica.it]