Ritorna la carbonara di de Bellis a Epos, braceria con piglio da ristorante
Epos è la braceria della cantina Poggio Le Volpi a Monte Porzio Catone. Se transitate lungo l’autostrada da sud diretti a Roma ci finite dentro in un nano secondo. Anzi, meglio che vi registriate subito l’indirizzo per una futura sosta autostradale.
Se siete a Roma, la faccenda è ancora più semplice: al massimo mezzo giro di raccordo e vi trovate tra i vigneti della cantina. Qui c’è, o forse c’era, anche il ristorante gourmet che al momento è chiuso. Il saliscendi dei vari lockdown non gli ha fatto bene.
Dino de Bellis alla braceria Epos
Ma la braceria Epos è da segnare in rubrica perché ai fornelli è arrivato una vecchia conoscenza dei lettori di Scatti di Gusto: l’oste Dino de Bellis che da Roma nord (ma anche centro) è ritornato a percorrere le strade di Roma sud dopo la fortunata stagione del Salotto Culinario. A valle, in pratica, della braceria Epos di Monte Porzio Catone.
Sarà sempre lui probabilmente a guidare il ristorante Barrique se la proprietà riaprirà la sala ricavata nella barricaia. Ma per il momento godetevi i suoi piatti nell’ambiente meno esclusivo e più sanguigno della braceria Epos.
Che conquista subito punti per via del suo manico sulla cucina tradizionale che non manca di spunti – si dice – innovativi. Ben calibrati e armonizzati con una carta che nasce in nome della carne. Come dimostra la brace a vista in sala. E che un po’ penalizza la cucina – intesa in senso fisico – distante e al piano sottostante.
Gli antipasti
Alla fine la difficoltà aguzza l’ingegno e Dino de Bellis si presenta in versione rock con un piatto Autunno (12 €) ben realizzato. Una crema di zucca non scema, i funghi del momento che cambiano con il meteo (e che forse non troverete), i fichi e le nocciole a far da croccante. Peccato – per voi – se arriverete tardi.
Rifugiatevi allora senza indugio nelle animelle belle croccanti accompagnate dalle sfoglie di topinambur (15 €). Un modo più divertente di mangiarle per gli appassionati del genere.
Nell’attesa potete sempre ingannare il tempo con il prosciutto valdostano Saint Marcel, 36 mesi di affinatura accompagnato dal pane e dal vino della casa.
Anche qui specifica di senso: alla braceria Epos si beve il vino della cantina Poggio le Volpi e della consorella Masca del Tacco. E tra bollicine, bianchi e rossi anche di Puglia avrete da spaziare.
Giusto per spiluccare la buona tartare di manzo (18 €) con aglio sbiancato e gocce di pizzaiola. Trattasi di una carne Marango, cioè di un incrocio tra Black Angus e Maremmana. I capi sono allevati a Norchia nel viterbese e la frollatura è dichiarata di 40 giorni.
O assaggiare un altro dei cavalli di battaglia di Dino De Bellis, le polpette di bollito qui con una maionese ricavata dall’acqua del cavolo cappuccio rosso (16 €). Sempre in ottima forma.
I primi piatti della braceria Epos
I fuochi d’artificio arrivano con i primi piatti. Tradizione a tutto spiano con la carbonara e la cacio e pepe (12 €). Tra viaggio di andata e di ritorno (dal casello dovete passare) l’abbiamo sperimentata in versione rigatoni e spaghetti. Con una richiesta da degustazione perché nel menu spuntavano anche i bottoni ripieni di anatra (16 €). E ti prende sempre il dubbio se sia meglio non lasciare la strada vecchia per la nuova o evitare le accuse di ortodossia e bigotteria.
Risultato finale, tre 8 in pagella. Vuoi perché la cottura degli spaghetti è bella al dente (un po meno quella dei rigatoni, ma abbiamo ascoltato una richiesta di pasta morbida), vuoi perché le mantecature sono le solite cui de Bellis ci ha abituati.
E nota di merito va anche al piatto innovativo con i bottoni ripieni affogati in una fonduta di caciocavallo sconosciuto che farebbe la riga in mezzo alle “cape” di parecchi mostri osannati. Ottima la coesistenza con il tartufo che accompagna ma non pervade tutto indistintamente.
E visto che di porzioni mignon si tratta, c’è spazio anche per le fettuccine fatte in casa con burro, alici del Cantabrico e romanissime puntarelle (16 €). Piatto alla mano che aggiunge un altro bel voto al pallottoliere.
Agnello meglio della carne
Si ritorna alla cucina de’ Roma con l’agnello in due cotture, fritto e al forno (20 €). Fantastica esecuzione e goduria per la tomahawk impanata ad arte e accompagnata dal carciofo alla romana.
Una fugace apparizione rimpolpata alla grande da un ottimo carciofo alla giudia (8 €).
E la carne della braceria Epos? La selezione c’è e sulla richiesta di una galiziana terminata ci dirottano su una charra (80 € al chilo). Un filo oltre la cottura sanguigna giustificata dalla necessità di sciogliere il grasso. L’agnello, insomma, vince.
Reparto dolci di buona fattura con un doppio maritozzo tradizionale e con crema, una millefoglie d’ordinanza e i divertenti bignè cachi e castagne o il dolce di pera (tutti a 9 €).
Epos non è una braceria ma un bistrot
Conclusione del viaggio andata – ritorno: De Bellis è in spolvero, la braceria potrebbe chiamarsi anche solo Epos e si mangia molto bene e a prezzi giusti. Non fermarsi sulla rotta nord – sud – nord o non andarci da un qualsiasi punto di Roma sarebbe un mezzo delitto. Anche per ri-assaggiare la gricia aromatica. Quella con pecorino e guanciale di tradizione accompagnata da cipolle rosse caramellate, pomodorini confit e polvere di caffè in sostituzione del pepe.
PS. Epos in realtà si dichiara Bistrot.
Voto: 8/10
Epos Bistrot di Poggio Le Volpi. Via Fontana Candida, 3/C. Monte Porzio Catone (RM). Tel. +39069416641