Febbre da fieno. Quando frutta e verdura peggiorano le cose
Si fa presto a dire dieta mediterranea. Frutta e verdura saranno pure una manna per la salute ma non sempre per chi soffre di febbre da fieno. Lo conferma uno studio della Allergy UK, ente benefico britannico che fornisce assistenza ai 21 milioni di allergici della Gran Bretagna. E che ha divulgato in questi giorni i risultati di un’indagine condotta a marzo: per il 40% delle persone afflitte da rinite allergica alimenti come le nocciole, la frutta e la verdura scatenano reazioni uguali a quelle dei pollini.
Il motivo è semplice: le proteine contenute nei pollini di alberi e piante sono presenti anche in alcuni cibi: frutta, verdura e anche spezie. Il che vuol dire, per il nutrito popolo degli allergici (uno su cinque), che per i soggetti sensibili i comuni fastidi del raffreddore da fieno possono estendersi dalla stagione primaverile a tutto l’anno.
Molti allergici lo avranno sperimentato da tempo. Chi ha problemi con il polline dell’erba saprà già che è preferibile consumare con parsimonia banane, semi di girasole, zucchine, cetrioli, pesche, sedano, meloni, pomodori e arance mentre gli allergici al polline delle betulle avranno constatato che è meglio stare alla larga da diversi frutti e ortaggi, come patate, noci, mele, ma anche pere e ciliegie. Sbucciare e pulire frutta e verdura serve a poco mentre cuocerle puo’ rappresentare, assicurano gli esperti, una soluzione valida.
Se ne parlerà in questi giorni per la Settimana Mondiale contro le Allergie, un appuntamento pensato per fare il punto su un fenomeno che non raramente si trasforma in un grave handicap: il 15 per cento dei malati è colpito dall’allergia al punto da non lasciare la propria casa; quasi un quarto degli adulti allergici dichiara che la propria condizione li rende infelici; il 38 per cento ha difficoltà a dormire e il 29 per cento è incapace di concentrarsi.
[Fonte: agi.it, ilsole24ore.com Foto: blog.panorama.it]