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20 Marzo 2012 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 14:36

Guerre commerciali. Più carne dagli Usa, più Roquefort dall’Europa

Il Parlamento Ue innalza il contingente di carne bovina che può essere importata da Usa ma conferma il diveto per la carne con ormoni
Guerre commerciali. Più carne dagli Usa, più Roquefort dall’Europa

Stati Uniti e Unione Europea, è il tempo della distensione. Il Parlamento europeo ha approvato l’aumento delle quote di carne bovina di alta qualità (senza impiego di ormoni) che possono essere esportate da Usa e Canada verso l’Ue. Così l’Europa ricambia il favore accordato a maggio del 2011 dai due giganti commerciali americani con la sospensione delle sanzioni in vigore sulle importazioni di alcuni prodotti (oltre al Roquefort, cioccolato, succhi, marmellate e tartufi).

La decisione pone fine ad una guerra iniziata nel 1988 quanto l’unione Europea aveva vietato l’importazione di carni bovine trattate con ormoni. 8 anni dopo era arrivata la risposta di Stati Unti e Canada, paesi tra i più colpiti dal divieto, che avevano imposto sanzioni commerciali su alcuni prodotti in provenienza dall’Ue, una misura autorizzata dall’Omc (Organizzazione mondiale del Commercio).

Ora sull’aumento dell’import di carni made in Usa e Canada arriva l’ok del Parlamento europeo che con 650 voti a favore, 11 contrari e 11 astenuti ha approvato l’accordo che porta a 48 mila tonnellate il contingente di carne bovina che può varcare le frontiere Ue ma conferma il divieto di importare bovini trattati con ormoni. Una boccata d’ossigeno per i paesi europei visto che il valore dei prodotti oggetto di sanzioni raggiunge i 250 milioni di dollari.

Per l’Europa la revoca delle sanzioni rappresenta una boccata d’ossigeno in tempi di crisi e tra i paesi che ne beneficeranno di più c’è proprio l’Italia per la quale il valore commerciale dei prodotti finora “sanzionati” ammonta a 99 milioni di dollari. Molto più che per Polonia (25 milioni), Germania e Danimarca (insieme 19 milioni), Francia (13 miloni) e Spagna (9 milioni). L’Italia, che a seguito della decisione del Parlamento europeo è destinata a vedere raddoppiare la quantità di carne importata dagli Usa, è il paese sul quale avrà ripercussioni maggiori anche la decisione del Parlamento di aprire alla carne americana essendo il nostro paese più tributario di altri dalle importazioni del settore.

Potrebbe avere i giorni contati anche un’altra barriera commerciale, quella che tiene lontana la carne europea dalle frontiere con gli Stati Unti, una misura introdotta nel 1997 in seguito al diffondersi di “mucca pazza”. Gli Stati Uniti si apprestano infatti ad approvare un disegno di legge che consentirebbe di riaprire le frontiere alla carne bovina made in Ue.

Lavori in corso anche per le importazioni di salumi in America, oggi vietata. Il Congresso americano potrebbe dare il via libera all’importazione di salumi provenienti da regioni non interessate dalla presenza di malattie endemiche.

[Fonte: agronotizie.imagelinenetwork.com, miolegale.it]

 

 

 

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