La pizza centimetro per centimetro. Cosa mangi quando mangi Margherita
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Alla pizzeria Lazzaroni di Roma, Scatti di Gusto ha organizzato una puntata di Ti racconto una Bufala per mettere la parola fine (si, va bene, si esagera) alla domanda: Sulla pizza ci va la mozzarella di bufala o il fiordilatte di latte vaccino?
I partecipanti a questa cena degustazione, come potete vedere dal pieghevole, sono tra i protagonisti indiscussi della scena pizzaiola napoletana e romana. Oltre all’ospite a sorpresa Gino Sorbillo, ci saranno il testimonial della mozzarella di buffala dop Mimmo La Vecchia (nonchè produttore di fiordilatte vaccino), la farina dell’Antico Molino Caputo – la più diffusa a Napoli – e l’acqua Ferrarelle sempre dal territorio casertano.
Un parterre che vuole riprendere idealmente l’appuntamento di Festa a Vico (qui il post con il video) con la giornata del mercoledì che è stata dedicata per la prima volta nella storia della manifestazione di Gennaro Esposito alla pizza.
Una partenza quella vicana che ha spinto sull’acceleratore scientifico come già il titolo dichiarava: La pizza centimetro per centimetro. La Tradizione molecola per molecola.
Diciamo subito, a scanso di equivoci, che di quella manifestazione diamo debitori soprattutto per il profilo di ricerca intesa come necessità di esplorare i gradi di esperienza e di confronto empirico che fanno nascere “l’arte della pizza” (patrimonio e vanto di pochissimi pizzaioli) che ben è stata messa in evidenza dai ricercatori.
La ricostruzione scientifica (densa di input ancora in fase di elaborazione) ha cercato di spiegare perché la pizza di un pizzaiolo è diversa da quella di un altro esaminando la metodica di produzione di Raimondo Cinque (pizza a metro), Attilio Bachetti, Salvatore Di Matteo, Salvatore Salvo (pizza margherita) Gino Sorbillo (pizza al forno quasi fritta), Maria Caccialli (pizza fritta) e Jonathan Goldsmith e Pasquale Makishima (pizza margherita oltreoceano) che oltre alla teoria hanno dato lezioni di pratica con gradimento dei presenti.
Il professore Luca Scalfi, Docente di Alimentazione e Nutrizione Umana della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha tracciato il profilo della Margherita della tradizione che è stata fatta oggetto di ricerca comparata.
Ecco una piccola guida per sapere cosa mangiamo con la pizza margherita
- La pizza viene vista automaticamente come componente della dieta mediterranea, ma nella dieta mediterranea ci sono cose nutrizionalmente sane e da promuovere. E altre no.
- Quando la pizza è nata la gente spendeva molta energia e la pizza è stata per molto tempo alimento che sfamava.
- I nutrizionisti promuovono in generale alimenti misti vegetali e animali come nella pizza.
- In generale dal Giappone all’America, la base dell’alimentazione è costituita da cereali. Il problema pratico è sapere cosa c’è negli alimenti che si assumono.
- L’importanza della pizza è testimoniata dal progetto Europeo per migliorare la conoscenza scientifica e la valorizzazione degli alimenti tipici. Tra i 5 italiani c’è la pizza.
- Il 50% della pizza è rappresentata da acqua, l’11% sono proteine, il 10% è rappresentato da lipidi, il 25% da carboidrati. Una composizione quasi ideale poiché non bisogna eccedere in proteine (siamo sotto il 20%), occorrono carboidrati e bisogna limitare i lipidi (che eccedono un poco).
- La pizza non è un alimento sbilanciato se nella dieta entrano anche frutta e verdura a completare i pasti della giornata.
- La presenza del fiordilatte porta a una prevalenza di acidi grassi saturi del latte, ma anche in questo caso bisogna guardare alla dieta complessiva della giornata.
- La pizza fornisce molte vitamine e una quantità elevata di acido folico. Inoltre è una fonte copiosa di carotenodi per la presenza di pomodoro, che sono precursori della vitamina A e riscontriamo licopene e luteina che sono antiossidanti.
- L’ingrediente che nel futuro occorrerà limitare è il sale e questo in ragione del 15-20% in meno. Un accorgimento che potrà promuovere ancora meglio la pizza a livello nutrizionale.
In conclusione, la pizza è un eccellente piatto unico che offre variabilità di prodotti. La pizza napoletana assicura un’armonica composizione di ingredienti vegetali e animali e assicura un’eccellente quantità di fibra alimentare.
Poter contare su un’ottima qualità di prodotti per la realizzazione della pizza è caratteristica che non dovrebbe mai venir meno. Quindi, la nostra domanda potrebbe ancora meglio essere formulata: Sulla pizza ci va un ottimo fiordilatte o un’ottima mozzarella di bufala?