Mozzarella e Parmigiano tra incudine e martello
Era appena iniziato il clamore per il Parmigiano Reggiano da McDonald’s, che ha portato Dissapore sulle pagine del Guardian, ed ecco che nel navigare tra lanci di agenzie, articoli e miscellanee mi appare questo pezzo sul ilDomani in cui il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, indica come uno degli obiettivi più ambiziosi quello di conquistare McDonald’s e non solo da noi: “Dal settembre 2010 nei McDonald’s Italia si venderà un nuovo panino al Parmigiano Reggiano ed entro il 2011-2012 il formaggio potrebbe entrare nei panini dei McDonald’s di tutto il mondo”, ha dichiarato sottolineando che per la prima volta dopo 5 anni di grave crisi si può sperare in meglio visto che da tre mesi i prezzi all’origine sono al di sopra degli 8 euro/kg. Un prezzo che è ancora al di sotto dei costi di produzione e a quelli di 5 anni fa che erano oltre i 9 euro/kg. La strategia di conquista del mondo McDonald’s è chiarita in un comunicato stampa ”Proprio per questo – conclude il presidente Alai – abbiamo anche consolidato proposte di consumo alternativo sia attraverso la strada degli snack e delle barrette a base di Parmigiano-Reggiano, sia con gli accordi con la catena Mc Donald’s, che oggi sta proponendo in Francia 15 milioni di panini a base di Parmigiano-Reggiano (2.400 quintali) e da settembre ripartirà in Italia con 4 milioni di panini: l’auspicio è quello di essere stabilmente inseriti (e la selezione avverrà negli Usa, ad Orlando) tra i tre panini più consumati, potendo così accedere ai punti di ristorazione della catena dislocati in tutto il mondo”. A questo punto sarebbe curioso sapere quanto pagherà McDonald’s per il Parmigiano Reggiano da distribuire in tutto il mondo e se questo accordo raddrizzerà le sorti del Parmigiano o migliorerà le performance di McDonald’s.
Ma se a Reggio tuona a Napoli lampea. L’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Gianfranco Nappi, rilascia un’intervista al Salvagente e segue la linea dell’intervistatore che riporta le voci di uno scontro in seno al Consorzio di tutela tra i grandi gruppi industriali e i produttori campani e del peso spropositato dei trasformatori a scapito degli allevatori nella guerra della bufala allungata. L’assessore chiede rigore perchè non si può parlare di mozzarella campana Dop allevando bufale al nord. La soluzione proposta? Aderire al nuovo sistema Sitra, il sistema informativo di tracciabilità e rintracciabilità in modo da poter utilizzare il marchio Doag, Denominazione d’origine ambientale garantita in modo da poter avere il sostegno della Regione nell’ambito del marketing e della promozione anche nelle fiere internazionali. Speriamo di non dover portare un lettore di codice a barre e un gps per comprendere cosa mangiamo.