Pisacco: essere fortunati perché lamburgerdiberton è buono ed è costato meno
Ammettiamolo. Ci si potrebbe sentire come Giannino che ha barato sul curriculum vitae a riconoscere che, sì, c’è stato un errore con l’hamburger Berton da Pisacco. Anzi due. Per fortuna quelli peggiori sono capitati agli altri. Pur avendone mangiato mezzo (diviso a metà con la mia commensale), l’hamburger di Andrea Berton mi aveva convinto ed era riuscito a competere con quello all’umami di Cristina Bowerman, metro di paragone per molti carnivori capitolini (per tutti gli altri c’è il panino di foie gras che si posiziona ancora più in alto).
La prima fortuna è quella di non avere ricevuto una delusione dalla carne (ma io sono per la nouvelle vague del meno sale possibile, anzi eliminiamolo -cit.), aver trovato la maionese leggera (non avrò mangiato tutto il giorno?) e aver ravvisato la giusta nota di freschezza delle verdure. Pane, si direbbe, con una marcia in più e patatine croccanti come dovrebbero essere dalle Alpi alle piramidi. Quello che non va dellhamburgerberton è il piatto, inteso come recipiente che dà un po’ l’idea di mappazzone e finisce per trasferirla all’animo di chi mangia (al palato direi di no a meno di non fare il fachiro con la ceramica).
E poi c’è l’altra nota dolente: il prezzo. Dal Trussardi alla Scala al Pisacco il prezzo è sceso. Da 25 € a 16 €. Ma si vede che la dea bendata o qualcuno della brigata, interrogando il disco di carne a mo’ di aruspice con il fegato di Piacenza, ha tratto una predizione e mi ha abbassato il prezzo nel conto a 14 € (ripetendosi tra l’altro con il risotto alla milanese che da 12 € è sceso ai più popolari 9,50 degli spaghetti). Un gesto di attenzione per far lievitare le quotazioni dell’hamburgerberton? Direi di no, perché il resto del conto corrisponde alle cifre riportate sul menu. Un altro errore, ma mi dichiaro sin d’ora disponibile a riconoscere i 2 € di differenza a Pisacco la prossima volta che vado a mangiare un Hamburger Berton o in alternativa a dividere con Andrea Soban la “cresta” che, giuro, non avevo notato. Casomai la prima volta che viene a Roma così da fargli assaggiare l’hamburgerbowerman che colpevolmente manca dai suoi magnifici 10.
PS. Poiché l’Hamburger Berton era “l’antipasto” che serviva a compilare la mia personale classifica dei migliori hamburger, vi dico per completezza di informazione cosa ho mangiato. Senza però dirvi come e sperando che qualcuno voglia farlo per me. Al limite potreste desumerlo dalle 10 regole per costruire un ristorante del futuro di (un certo) successo.
Carne cruda, uovo sodo e maionese alle erbe. 9 €.
Calamaro alla plancia, crema di avocado e lime, cipollotto. Due taglie, large, 10 €.
Risotto alla milanese con ragu di vitello. 12 € 9,50 €.
Salmone alla plancia, caponata di verdure in agrodolce, salsa alla maggiorana. 15 €.
Costine di maiale al forno con verza stufata, carote e cipolle rosse. 14 €.
Macedonia con gelato. 6 €.
Tiramisù. 8 €.
Gewurztraminer Marcel Deiss 2011. 26 €.