Oscar Farinetti. I migliori pomodori hanno il culo di nascere in Italia
Non si è ancora spenta l’eco del pomodoro cinese del servizio de Le Iene e della nostra super condivisa classifica dei migliori pomodori italiani per sconfiggere il pericolo, che Oscar Farinetti fa irruzione sulla scena gastronomica del sugo e affini.
Il protagonista del menu della cena è stato proprio il tanto discusso pomodoro. “L’ultimo, quello di settembre, il migliore”, spiega Farinetti che con l’elogio del pomodoro fresco (raccolto personalmente alle 4 di mattina) ha buon gioco sugli astanti e si tira dalle secche del pericolo cinese.
Il palcoscenico è quello di Settembrini dove è in corso la festa più cool di Roma (già abbiamo visto Lorenzo Cogo, Salvatore Tassa). Gioca in casa il patron di Eataly che si è rottamato da solo in favore del nuovo Presidente Esecutivo Andrea Guerra ma ha acquistato quote di Settembrini.
Dalla direzione dell’ammiraglia Eataly a quella dei fornelli del ristorante capitolino il passo è breve, anche se in realtà a spadellare c’è il giovane chef Enrico Panero che da Eataly Firenze è in forte predicato di arrivare proprio da Settembrini (se lo farà scappare Andrea Guerra?). Lui non conferma, ma non nega (e sorride).
Parliamo del menu: Gli ultimi pomodori di Settembr(ini).
Perché il pomodoro? “È un’icona pazzesca e bellissima del tema integrazione – ha spiegato Farinetti – pensate se nel 1650 non avessimo accolto quell’immigrato che ha portato qui il pomodoro…! Quell’immigrato ha cambiato per sempre la cucina italiana”.
Si parte da una selezione di pomodori (San Marzano, Torpedino, Zebrino Nero) con bagnetto verde, accompagnata da pane senza aglio. Ma io, seduta accanto a Farinetti seguo il suo consiglio e strofino sopra un po’ d’aglio.
Il primo sono calamari di Gragnano con salsa di pomodori. Un classico (“is difficult to be simple”, ha spiegato) che sa di casa, con Datterino, Casalino, Ciliegino, Piccadilly, Camone. Il piatto più buono (riusciti lo sono stati tutti) della serata, stando al “voto” per alzata di mano improvvisato a fine cena. Dà qualche spiegazione anche sulla pasta di Gragnano: “Il segreto è nell’incontro tra venti, che crea un microclima pazzesco. Sull’antica via Roma di Gragnano si incontravano la brezza di Castellammare di Stabia e l’aria del Vesuvio. Certo, oggi ci sono le celle statiche, ma nascere in Italia è puro culo“.
Stupisce anche l’orata con la salsa all’acqua pazza e i pomodori confit, accompagnata da un vino rosso: No Name ’10 Borgogno, “che in realtà è un Barolo e il suo non-nome è un’etichetta di protesta per problemi burocratici legati proprio al cambiamento del nome”. Tranquillizzo coloro che hanno già storto il naso per l’accostamento rosso-pesce: a prescindere dall’accostamento cromatico del piatto, questo vino sta bene con l’acidità dei pomodori e l’orata (che ieri sera, come ha voluto specificare Farinetti, non era d’allevamento), che essendo un pesce bianco nobile è anche abbastanza saporito.
Si chiude con un dolce al cioccolato con pomodori e granitina di pomodori. Una valida conclusione per un buon menu, scandito anche da Brut Metodo Classico, Hundred Fifty Seven e Marin ’10 Fontanafredda.
Ora non avete che da prenotare la cena di stasera con Evviva da Riccione e la chiusura con Luigi Nastri e Massimo D’Alema.
E rispondere al quesito della settimana: qual è il migliore pomodoro in cucina?
Settembrini. Via Luigi Settembrini, 21. Roma. Tel. +39063232617