Guerra del lusso. Prada impugna la vendita della pasticceria Cova a Lvmh
La storica pasticceria Cova di Milano è diventata francese, acquistata dal gruppo Louis Vuitton Moët Hennessy S.A. E invece questo pezzo di storia potrebbe essere riscritto. In questi giorni Prada, mittente di un’offerta per l’acquisizione che sembrava dovesse aver la meglio a febbraio, ha fatto ricorso impugnando la cessione attraverso il suo studio legale.
Né Prada né LVMH hanno commentato la notizia e non è ben chiaro quali siano gli appigli giuridici che lo studio Bonelli Erede Pappalardo vuole fare valere in questa vendita che i rumors vogliono chiusa grazie alla maggiore offerta dei francesi di 3 milioni di euro: 15 contro i 12 di Prada.
La preoccupazione per la famiglia Faccioli, proprietaria fino a qualche giorno fa del marchio Cova, era di perdere i locali storici adiacenti proprio al flagship store Prada. Lvmh aveva già rassicurato sulle intenzioni: “L’acquisizione ha il duplice obiettivo di preservare questa istituzione della storia milanese, mantenendo negli attuali spazi la Pasticceria di Via Montenapoleone, e di sostenere con forza il suo sviluppo a livello internazionale, grazie alle sinergie messe a disposizione dal gruppo Lvmh”.
L’intenzione del gruppo francese è dare una maggiore forza internazionale al marchio Cova che aveva già aperto punti vendita a Hong Kong, Tokyo e Shanghai.
Insomma ne avremo ancora per un po’ prima di capire se Cova rimarrà italiana con l’80% del capitale in mano a Prada secondo .
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