Scelte aristocratiche nei dintorni di Londra
La Volvo SW avanza nelle stradine del Buckinghamshire. Si va per contrade che ti fanno respirare il profumo della vecchia Inghilterra. Qui hai la netta sensazione che la Rivoluzione Francese non sappiano cosa sia stata. Mentre la Rivoluzione Industriale l’avranno pure inventata ma hanno esportato baracche e burattini prima che potesse far danni ai prati e ai boschi. E sono rimasti con splendide architetture di altri secoli e case che i Lord davano in affitto preservando di fatto territorio e paesaggio. La meta del nostro viaggio è la magione di Maria Carmela Attolico di Adelfia, Viscontessa di Hambleden. E Hambleden è il punto cartografico da raggiungere. Siamo invitati ad un caffè e il nostro piccolo presente sarà una mince pie, un dolce tradizionale inglese che viene consumato tradizionalmente nel periodo di Natale e Capodanno. Sarà l’occasione per conoscere una Signora italiana che è da 55 anni nel Regno Unito e che potrà raccontarci come due aristocrazie si sono incontrate.
La giornata alterna momenti di sole per la gioia del fotografo a tratti di una pioggerellina che sembra alimentare il corso del fiume che scorre sotto lo stretto ponte di Marlow. “Conte, scusi, ma è sicuro che troveremo una pasticceria in un puntino della carta che sembra essere quasi il parco di una residenza privata?”. La risposta nemmeno arriva, ma il cartello che indica Hambleden è già davanti a noi. Il villaggio sembra sospeso nel tempo. Dalla chiesa dedicata a “St. Mary the Virgin” ti aspetteresti che uscisse un cavaliere con tanto di elmo se non fosse per la presenza di una Porsche Targa, antica sì ma non fino a quel punto. D’altronde Hambleden ha ospitato diversi set cinematografici come Ballando con uno Sconosciuto, con Rupert Everett, il mistero di Sleepy Hollow diretto da Tim Burton o alcune scene come nella Carica dei 101 con Glenn Close. Una scenografia perfetta, insomma. L’unico segnale di commercio viene da uno spaccio che scopriamo, appena varcata la soglia, essere anche bar e ufficio postale a servizio dei circa 1500 abitanti. Ed ecco anche le mince pie fatte a mano e con la stella di copertura! Avvolte delicatamente in una pellicola e … non c’è scatola. Ma il Conte rimedia sorridendo alla signora al di là dello sportello postale.
Dolcetti nel Postbox! Chiccoso, sciccoso, of course. The Manor House non puoi certo considerarla come la casina di campagna o paragonarla al casale del Chiantishire. Una targa ricorda che qui è nato Lord Cardigan, l’eroico comandante della brigata leggera inglese che nella Battaglia di Balaklava condusse i suoi 600 uomini contro i cannoni russi nella Guerra di Crimea.
Una cattle grid tra i due piloni del cancello salva il giardino dalle incursioni degli animali (e chi dubitasse dell’abbondanza di fauna selvatica in Inghilterra, dico solo che nel giardino del basement di Chelsea scorazzavano gli scoiattoli, mentre a Portman Square, a due passi da Marble Arch e dalla Locanda Locatelli, una volpe ci ha accompagnati all’ingresso dell’Home House, uno dei club più esclusivi di Londra…). L’ingresso è da film. Mancano soltanto le giacche ed i cavalli per la caccia o un’Aston Martin.
Lady Hambleden è una signora raffinata e cordiale che ci conduce in una delle due stanze che formano la grandissima cucina. Prenderemo un caffè italiano, spiega, e le crediamo nonostante la latitudine appena Luigi, che è a suo servizio da 40 anni, avvia i preparativi. I dolcetti sono ripieni di una mistura a base di frutta chiamata mincemeat , che contiene frutta secca e spezie. Niente male. Babbo Natale sarà contento di trovarli sulla mensola di uno dei caminetti di questa casa del 1600 che nelle feste ospiterà molti componenti della famiglia compresi ovviamente i bambini che vorranno ringraziarlo per i doni ricompensando le renne con un bicchierino di brandy o di cherry.
La nobile Maria Carmela Attolico di Adelfia negli anni ’50 è a New York poichè la madre ha deciso di risiedere negli Stati Uniti. Nel ’54 ritorna in Europa e conosce Lord Hambleden a dicembre. Colpo di fulmine e a febbraio dell’anno successivo si celebrano le nozze. “Non prima di aver ricevuto la dispensa dal Papa Pio XII e di aver chiarito che i nostri figli avrebbero seguito la religione cattolica. Inoltre avrei dovuto sposarmi in Sacrestia, ma Don Mario celebrò le nozze all’altare della Navicella a Roma facendo uno strappo alla regola”. La coppia va subito a Londra e si stabilisce in un appartamento a Chester Square, tra Belgrave Road e Sloane Street. Sono gli anni dei viaggi più belli in Sud Africa, in Kenya, in Tanganica e Rhodesia, ricorda la Viscontessa: “Paesi stupendi andati a rotoli”. I primi 25 anni di matrimonio li trascorre a Londra e la casa di Hambleden è la residenza di campagna che durante i fine settimana si riempie di gente. Ad Hambleden si consuma la rinuncia della Principessa Margharet al capitano Peter Townsend, eroe della RAF nella Seconda Guerra Mondiale. “Giorni agitati con poliziotti, giornalisti e detective che tenevano d’occhio la casa”. Ma nella grande casa, che ha accresciuto gli ambienti nel corso dei secoli, sono transitati ospiti importanti che hanno potuto pranzare nel bel giardino d’inverno.
Tra questi anche il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini. “Era a Londra con una delegazione. Trenta uomini. Ma non era possibile che stessero 30 uomini ad un tavolo e così feci un ratto delle sabine precettando trenta amiche”. L’incontro tra le aristocrazie di Italia e Regno Unito si è sempre svolto in un clima di gentilezza e di aiuto reciproco. “Ricordo come fosse impossibile varcare i confini dell’Isola. Erano in vigore pesanti restrizioni che imponevano ad esempio di portare solo 25 sterline, sufficienti a malapena ad arrivare a Calais. E così agli amici si facevano trovare i soldi da imprestare a Roma. Momenti difficili in economia ce ne sono stati. Ricordo l’acquisto del generatore per via degli scioperi. E’ sempre pronto all’uso e vedrete che tra poco ce ne sarà bisogno nuovamente”.
E poi l’impegno sociale con l’ospedale italiano nato nell’800 e chiuso nel ’90 per impossibilità a fare fronte alle spese necessarie per l’acquisto di attrezzature moderne. “Un piccolo ospedale di 50 posti che è stato un riferimento per la comunità italiana e che poi è stato venduto all’ospedale dei bambini che aveva bisogno di spazio. Una decisione molto criticata dagli Italiani ma purtroppo necessaria.” E ora la vita in campagna con frequenti puntate a Londra (“direi tre volte alla settimana”) e il piacere di un tempo a misura d’uomo con gli abitanti che hanno la possibilità di una passeggiata a cavallo o di assistere alle regate o al Festival internazionale di luglio che ha visto salire Placido Domingo sul palco galleggiante. E’ tempo di andare via. Un’ultima domanda. Ma la gastronomia italiana? “E’ un punto di riferimento, una parte della casa”. E dell’ospitalità di Lady Hambleden. Su un tavolino, una serie di riviste ricordano le passioni. Occhieggia anche una dedicata alla tavola. Che sarà buona come sembra dichiarare il profumo di un sugo che Luigi ha messo a cuocere. Nobiltà, tradizioni, raffinatezza, semplicità. Ingredienti che un’aristocratica riesce a dosare con grande perizia.
Foto: Francesco Arena