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5 Febbraio 2010 Aggiornato il 6 Marzo 2011 alle ore 18:26

Bottura vs Laudadio. Isso, essa e ‘o malamente

Milano. Se non è stata (ma sarà finita?) sceneggiata napoletana, poco è mancato. Isso non può che essere Massimo Bottura, l'eroe positivo. Essa è la
Bottura vs Laudadio. Isso, essa e ‘o malamente

Milano. Se non è stata (ma sarà finita?) sceneggiata napoletana, poco è mancato. Isso non può che essere Massimo Bottura, l’eroe positivo. Essa è la cucina buona, l’eroina, che sul palco di Identità Golose ha preso le forme di una saraghina. ‘O malamente, ovvio, è Laudadio-Striscia la Notizia. ‘A mamma, Ducasse, rassicurante, disinteressato e rimbrottante quanto basta. La parte comica se l’è caricata Rocco Iannone, mentre molti vorrebbero fare ‘o nennillo, il bambino della coppia protagonista destinato a un grande futuro. E come in una sceneggiata che si rispetti, il pubblico ha una forte incidenza sulla scena. Solo che alla platea e al loggione si sono sostituiti gli schermi dei computer e il web.

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L’eroe usa un linguaggio video moderno ed emozionante. Il cattivo non tira fuori il coltello a serramanico ma usa il megafono del prime-time. E tutti a chiedersi quale sarà l’epilogo. Per il momento, i protagonisti hanno provato a finire a tarallucci e vino. Bacio dell’eroe al cattivo, comunicato stampa di ringraziamento del padrone del teatro, tentativo di insaponare il tutto da parte del comico. Però, però. Ma è possibile che dopo un anno, perchè tanto è durata questa rappresentazione, non si riesca a far chiarezza talebana sul punto? A volte una presa di posizione estremista può essere salutare. Non si può dare addosso al giullare e beatificare la mamma, nè sposare la saraghina e dimenticarsi del bambino. Altrimenti il casino è assicurato. Almeno per chi, novello come me del settore – o addirittura che nemmeno lo conosce il circo della cucina (e penso ai 7 milioni e rotti di ascoltatori del megafono) – assiste a ondeggiamenti vistosi.

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Io le ho guardate queste saraghine a tortiera (e nella mia testa viravano verso l’alice) e mi sembravano decorative ma anche buone.

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L’eroe le indicava come salvezza per tutti e io gli ho creduto emozionandomi come quando lessi la favola del brutto anatroccolo che diventa cigno e vince senza umiliare.

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E l’ho seguito fino in fondo: sono andato allo stand dell’Emilia Romagna e ho preso il quaderno “sarde, sardoni, saraghine…”. Nasce da un’idea del settembre 2009, primo meeting regionale di CheftoChef di Cervia-Milano Marittima/Cesenatico, e riunisce cuochi della Regione Emilia Romagna di cui Bottura è vicepresidente e Corelli è presidente. “Chef to Chef emiliaromagnacuochi, l’associazione recentemente fondata per migliorare la qualità della gastronomia nella nostra regione in sintonia con il progetto regionale “La gastronomia in Emilia-Romagna”, segnala con soddisfazione l’evento straordinario che a Londra ha riconosciuto Massimo Bottura, nostro vicepresidente e anima del gruppo, quale migliore cuoco italiano e 13° nella graduatoria mondiale della S.Pellegrino World’s 50 Best Restaurants 2009. E’ la prima volta che uno chef dell’Emilia-Romagna assume un ruolo così importante a livello mondiale e questo traguardo viene raggiunto dopo il riconoscimento della Guida dei Ristoranti de l’Espresso 2009 che aveva visto l’Osteria Francescana al top della ristorazione italiana”. E’ il comunicato stampa del 22 aprile 2009 che ribadisce anche l’unitarietà di intenti di un gruppo importante di chef che sanno cosa significa guardare più avanti. Scorro l’elenco e guardo anche i collaboratori del quaderno. Spicca subito il nome di Massimo Bergami! E allora ho pensato, lo posso dire? sì lo dico, echeccazzo ma questa è una portaerei con sopra gli harrier a decollo verticale e gli elicotteri e tutti i razzomissili che servono per vincere qualsiasi battaglia. Guardo le spiegazioni di come riconoscere il pesce buono, come esaltarlo, mi piace l’immagine di Massimo che abbraccia due forme di Parmigiano Reggiano che le mangerei a morsi dalla carta. Sanno cosa dire, sanno cosa fare. “Siamo anche impegnati affinché il “consumatore” conosca tutta la filiera produttiva e, nel nostro caso, lo chef “faccia parlare i propri piatti” sia come ispirazione di fondo, che come componenti utilizzate dal punto di vista della qualità e della genuinità: una nuova frontiera a cui tutto il settore della ristorazione dovrà misurarsi”. Ritrovo il concetto enunciato con forza da Massimo dal palco: distinguere il fresco da il più fresco. Quasi quasi mi viene la gelosia campanilistica che l’Emilia Romagna si faccia carico di questa battaglia importantissima. Igles Corelli termina il comunicato “Un dialogo da rafforzare affinché nessuno si stupisca più se un’ aria di parmigiano si ottiene semplicemente con acqua, aria e un pizzico di lecitina di soia (consigliata da anni come prodotto salutistico), oltre che un parmigiano di massima qualità; che anziché usare tradizionali gelatine di derivazione animale si utilizzi un’alga da sempre in voga in Giappone quale l’agar-agar, per ottenere un dolce velo che accompagna una suadente zuppa inglese con il mitico alchermes dell’ Officina di S.Maria Novella. Per la cucina moderna “il buono fa bene”: questa è la vera nuova frontiera della gastronomia”. Addento il piatto ricolmo di bontà della regione con una soddisfazione da oplita che segue il suo condottiero desideroso di poter mettere almeno una virgola nella pagina di storia che verrà scritta.

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Quando mi accorgo del capannello flash-voltaico accanto al tripudio di salumi spigaroliani poco mi piace la posizione della telecamera che incombe e rompe. La sceneggiata dovrà toccare un nuovo acme. Porca miseria ragazzi, mica ci si può fidare del malamente. Ma non li avete mai visti i filmoni di tradimento? E non parlo solamente del film del re della sceneggiata con il padre che vende abusivamente brodo di polpo e la madre che gestisce un chiosco di bibite, ma Regalo di Natale, CSI, Criminal Minds, Lost o che so io.

Antonio Tomacelli è tra i più lesti a mettere in fila le considerazioni sul servizio trasmesso da Striscia la Notizia che in molti hanno visto e già commentano ai tavoli dei ristoranti. Tutti abbiamo capito l’ironia e la voglia di chiudere la sceneggiata in un battito di ciglia. Ma quanti siamo tutti? Mi colpisce il commento di giulia (41) che parla di “crisi” gestita male.

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Il papero nazionale se ne fotte e giustamente racconta la saraghina e il video della lingua. Senza dimenticare una bella anticipazione della serie “conosci il personaggio”. Aveva detto di non fare l’onda, mi sa su Facebook, ma i cabasisi…. Io avevo raccontato un pezzettino di quello che era successo quando avevo incrociato Massimo dopo l’intervista strisciante. E avevo risposto a Alessandro Bocchetti che il no comment seguito da una mega conferenza stampa mi sarebbe piaciuto di più. Opinioni che confronteremo de visu (grazie Identità per essere crocevia reale!).

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Sul web monta la storia, meglio l’incazzatura, e Luciano Pignataro pubblica il resoconto di Giulia Cannada Bartoli chiosando con la definizione del giorno, secondo dissapore: “Rocco ormai è una sorta di Clemente Mastella dei maccheroni e del pesce fresco. Capace cioé di stare con estrema disinvoltura e destra come a manca dimostrando, grazie ai sapienti consigli di Enzo Caldarelli, di sapere governare alla grande l’anchilosato e intontito sistema mediatico italiano”. Si riaffaccia un nome nelle conicidenze di Elvio Gorelli.

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Ormai il tappo è saltato. Luciano Pignataro non plaude il comunicato ufficiale di Paolo Marchi e conclude: “Altrimenti si fa la figura di Zaia che morde il Mac panino. L’indiano nel circo del grande cowboy”.

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Bonilli spiega chi è Rocco Iannone e non è che ne esca un bel quadro con l’ormai famosa richiesta del terzo giorno, anzi due e mezzo.

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Antonio Boco bolla come patetica la scena, dai tratti tragicomici e circensi e si concentra su “Il primo piatto di Bottura: Una sarda che vuole diventare saraghina e trasformarsi in aringa. Omaggio ad uno dei prodotti simbolo del distretto nord adriatico”.

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Chez Babs, Barbara, racconta della saraghina e di tutte le lingue del mondo e lascia perdere il resto.

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Consumazione obbligatoria è asciutto, solo cronaca.

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Lydia su Tzatziki invia una lettera a Massimo Bottura e bolla l’incursione strisciante arrogante e inutile.

E si potrebbe continuare. Iss, essa e ‘o malamente. Che storia infinita.

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Sarà ‘o nennillo a vincere?

Foto: Arena, Babs, Bonilli, Camagna, Cannada Bartoli, Castiglioni, Consumazione Obbligatoria, Tzatziki a colazione (credit su proprietà foto)

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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