Campionato della Pizza: Carlo Sammarco è il primo finalista
Il primo finalista della sfida dei Quarti di Finale del Campionato della Pizza in Campania è Carlo Sammarco.
Il pizzaiolo di Aversa ha la meglio sull’altro esponente della pizza contemporanea, Vincenzo Capuano a Napoli.
Caserta dunque fa la prima mossa per aggiudicarsi la prima edizione del trofeo dedicato alle migliori pizze. Nei Quarti di Finale sono tre le pizze che i giudici valutano: Filetto di pomodoro, Nerano, Würstel e patatine.
Il meccanismo è lo stesso delle qualifiche e degli ottavi (e potete seguire tutto l’andamento cliccando su questa pagina). Ogni giudice ha 100 punti per pizza. 300 sono i punti massimi da assegnare a ciascuna pizza. 900 è il punteggio massimo cui una pizzeria può aspirare.
Ecco quindi come è andata la sfida tra Carlo Sammarco e Vincenzo Capuano.
Carlo Sammarco batte Vincenzo Capuano e va in finale
Carlo Sammarco, di stanza ad Aversa (CE) con la sua pizzeria omonima, è partito in sordina aggiudicandosi il secondo posto del girone C con 708 punti. In termini di punteggio è dodicesimo. Negli Ottavi di Finale deve vedersela con Decimo Scalo che sulla carta è più forte (764 punti contro 708). Ma lo regola alla distanza migliorando la sua performance a 730 punti che risulta migliore dello sfidante.
Ai Quarti il pronostico è ancora sfavorevole a Carlo Sammarco con i suoi 730 punti opposti alla prestazione di Vincenzo Capuano che ne ha ben 797 dopo averne conquistato 731 nelle qualifiche.
Tra Capuano e Sammarco ci sono ben 67 punti di differenza. Invece, il vento gira ancora a favore di Sammarco.
Carlo Sammarco cresce ancora e va a 765 punti. E approfitta della distrazione di Vincenzo Capuano che non è in pizzeria e il suo team manca clamorosamente il gol della vittoria. Per le sue pizze solo 565 punti.
1. La pizza Filetto di pomodoro di Carlo Sammarco
Parte col botto la performance con la meno elaborata della triade. Quando la semplicità non si confonde con il semplicistico. La filetto qui è Dop. Mozzarella di Bufala Campana, datterino rosso, abbondante olio extravergine di oliva e Provolone del Monaco. Equilibrio preciso, senza intoppi, senza errori. Impasto e cottura da manuale. Profumo vivo degli elementi cardini che insieme ricordano quanto le pizze propriamente dette, se concepite con grazia e coscienza, siano l’esigenza primaria (Alberto Colella).
Sammarco conferma un impasto molto profumato e ben gestito, con uno sviluppo ben strutturato e un sapore molto definito, seppur non invadente, grazie al poco sale ed una cottura precisa. Nel caso specifico della sua versione di filetto, la DOP, troviamo pomodoro datterino squisito e trionfante in dolcezza. Ma che con la sua acidità di sottofondo sposa benissimo la mozzarella di bufala e sgrassa il provolone del monaco; quest’ultimo, con la sua vena piccante e con la sterzata burrosa, ha equilibrato l’impatto zuccherino. Un morso assai coinvolgente (Francesca Brunzo).
La “Filetto” di Carlo Sammarco è veramente notevole. Ottimi gli ingredienti (Vincenzo Consiglio).
2. La pizza Nerano di Carlo Sammarco
La prima al buio. Nel senso ammaccata, conciata e infornata senza luce e corrente elettrica (la serata è stata caratterizzata da un blackout di circa due ore). Stagionalità e fascia Miss Bella d’estate. La Nerano di Carlo è colorata dall’umami marino. Crema di zucchine, parmigiano e Provolone del Monaco, chips di Zucchine, provola e tartare di gambero di Sicilia. La spinta sapida si abbandona alla tendenza dolce del crostaceo ben distribuito su tutta la fetta. Qui l’impasto è il vero quinto ingrediente. Cottura lodevole (Alberto Colella).
Pizza bella, direi confortante per toni e disposizione del topping. Saltano immediatamente all’occhio i colori: quello aureo del cornicione, a riprova della cottura magistrale della pizza; quello vivace dei gamberi in tartare che danno corpo e freschezza alla pizza; quel verde sincero delle zucchine in crema. Le chips erano leggermente avanti, cosa che non sento di penalizzare per due ragioni. 1) Perché riguardava solo il colore, mentre consistenza, effetto crunch e gusto non sono stati intaccati. 2) Il guasto Enel che è avvenuto nel bel mezzo della cena ha messo a dura prova cucina quanto sala. Eppure la pizzeria di Carlo Sammarco e tutto lo staff si sono dimostrati di una professionalità impeccabile, riuscendo a portare a tavola preparazioni squisite e nessuna sbavatura (Francesca Brunzo).
Una Nerano atipica, con tartare di gambero che arricchisce bene (Vincenzo Consiglio).
3. La Kekko cioè la pizza Würstel e patatine di Carlo Sammarco
Pizza Kekko: qui la Würstel e patatine è a menù e si fa dedica. Sotto una pioggia di patate fresche fritte olandesi si celano rondelle di würstel artigianale del Trentino. Salume molto saporito, protagonista indiscusso, leggermente speziato e affumicato. Patatine dalla consistenza gradevole, critiche nella percentuale salina. Indovinata la scelta della provola. L’impasto, ancora vincente, si concede con la sua tendenza dolce che equilibra il morso. Positivamente sorpreso sempre a lume di torcia (Alberto Colella).
Pizza che Sammarco riesce fin da subito a farci rivalutare: il würstel del Trentino è di qualità e si sente fin dall’odore. Le patate olandesi tagliate nel classico formato stick sono saporite, fritte perfettamente (sempre nonostante la problematica energia elettrica che ancora ci teneva al buio e che ha portato la cucina a non poter usare friggitrici elettriche). Doratissime e crunchy già alla vista. La salatura delle patate direttamente su pizza ha sicuramente fatto sì che restassero croccanti fuori e morbide dentro ma ha anche squilibrato un poco la sapidità nel morso. A rimediare però c’è un gusto davvero ottimo e una succulenza incredibile data dalla combo impasto profumatissimo + base con cospicua provola dei monti + würstel misto bovino e suino veramente gustoso (Francesca Brunzo).
L’idea della sua Würstel e patatine è molto sfiziosa, con patate olandesi e würstel del Trentino, leggermente sapida ma non da intaccare il giudizio positivo (Vincenzo Consiglio).
1. La pizza Bufala e filetto di Vincenzo Capuano
L’impasto stavolta non rende come Capuano ci ha abituati fino agli ottavi. Sembra evidente un problema nella gestione al quale se ne associa uno cottura. Il topping è semplice – perché vede datterini e bufala. Ma è scarso e mal distribuito. Dunque si creano zone scarne di latticino che – associate ad una errata asciugatura del panetto – hanno fatto sì ci fossero le cosiddette “scazzette”. Il gusto, nel complesso, è buono. Ma l’invadenza dell’odore di lievito dall’impasto e la base cotta in maniera disomogenea rendono non piacevole il morso (Francesca Brunzo).
Si inizia con la Bufala a filetto. Il menù recita mozzarella di bufala e datterino condito (condimento non pervenuto). La realizzazione si presenta alla vista poco armonica, dalla forma irregolare decisamente non appagante, con palesi “isole” bruciacchiate all’interno della superficie dovute all’impasto lasciato nudo. Cottura non all’altezza: latticino stracotto e gradienti di umidità nella stragrande maggioranza della circonferenza. La mia fetta, la parte più incriminata, dove al morso vince solo la piacevolezza del pomodoro e perde il sentore di lievito (Alberto Colella).
Pomodoro e latticino discreti, avrei preferito una cottura più attenta (Vincenzo Consiglio).
2. La pizza Come una Nerano di Vincenzo Capuano
Il nome di un piatto ti prepara sempre anche al gusto eppure stavolta non è stato così. Nulla di questa pizza – gusto, vista, olfatto – mi ha riportato ad una Nerano. Finanche la presenza di zucchine non ha aiutato in quanto essendo (visibilmente) troppo “abbronzate” conferivano unicamente uno scomodo odore amaro che si confermava al palato. Il prosciutto cotto – buono, per carità – è presente in eccesso a mio gusto, risultando invadente al morso. La base di fiordilatte in panna insieme con la fonduta di grana padano hanno dato come risultato un mappazzone alleggerito sicuramente dalla necessità di togliere le zucchine. Ma che in ogni caso non riesce a dare una nota di sapore neanche con l’aiuto del limone. L’impasto presenta le stesse problematiche della prima pizza in gestione e cottura (Francesca Brunzo).
Come una Nerano che di Nerano ha giusto qualche piccolo ricordo. Ma viva la fantasia! Solo che l’unico ricordo della ricetta è stato annientato da una frittura decisamente oltre i limiti. Chips di zucchine dal colore scuro rimosse per lo più dalla fetta: il bruciato pungentissimo urlava di amaro costante. Extra dosaggio di prosciutto cotto che diviene il protagonista principale della pizza. Tanto, tantissimo, dal sapore gradevole, ma troppo. Fiordilatte in panna e fonduta di grana padano che non aggiungono sapore ma allungano ancora di più il morso, non riuscendo a mettere d’accordo gli ingredienti. C’era anche della zest di limone, vocina fuori dal coro. Impasto e cottura che vivono delle stesse tematiche della precedente (Alberto Colella).
Zucchine troppo avanti di cottura che rovinano in toto il sapore della pizza. Un vero peccato perché gli ingredienti sono di qualità (Vincenzo Consiglio).
3. La pizza Würstel e patatine di Vincenzo Capuano
Pizza che all’aspetto sembra la migliore in cottura ma persevera nella mancata asciugatura che determina un cornicione troppo “umido”. A persistere è anche il problema col fritto perché le patate hanno trattenuto troppo di olio. È un peccato perché la scelta delle dippers poteva essere divertente: essendo patate con buccia e solitamente croccanti fuori e morbide dentro che con la loro forma a cucchiaio (come dice il nome), avrebbero potuto ben accogliere una salsa che avrebbe anche aiutato nella masticazione e nella percezione del morso voluminoso. Würstel poco indicativo. Basilico inutile (Francesca Brunzo).
La pizza più gradevole dal punto di vista estetico. L’occhio sorride alla vista delle dippers. Purtroppo, anche qui, problema evidente nella frittura. Patate overcooked, molte delle quali impregnate da un eccesso di olio. Würstel super timido. Ennesima cottura poco invitante con “umidità” fin troppo presente (Alberto Colella).
Come per le precedenti, avrei preferito una cottura più attenta (Vincenzo Consiglio).
La Finale a 4
La finale del Campionato della Pizza 2024 in Campania si svolgerà in un unico turno. Chi riceverà più punti sarà il vincitore e la classifica saà data dai punteggi complessivi e non da singole sfide. Carlo Sammarco è il primo finalista e deve conoscere i suoi 3 avversari.
Carlo Sammarco 2.0. Via Antonio Gramsci, 60. Aversa (CE). Tel. +390813418504. Facebook. IG.