Le Grand Fooding 2013. Lo street food, attore protagonista a Milano
Au revoir Le Grand Fooding. Si è conclusa la tre giorni milanese del format gastronomico più cool del momento – anzi, degli ultimi anni, nelle sue varie edizioni, in Francia, qui da noi, oltre oceano… – che prevede una serie di chef con caratteristiche particolari, location-piatti-musica-concept originali-interessanti-insoliti-stravaganti. Ci piace? Ci piace, molto.
In sintesi, street food grande protagonista del momento.
LOCATION
Il Plastic, luogo “cult” del divertimento milanese.
CONCEPT
“Cultorama”, un riassunto del cibo cult – interpretato da sei chef, su sei food truck, con tavoli con tovaglie cerate e panche – abbinato al vero cinema cult.
MENU
- Kristin Frederick de “Le Camion qui Fume”, chef di Los Angeles ormai parigina, e un Summer Burger con la melanzana al posto della pancetta, provolone, cipolla dolce, mela e zenzero: Burgerella (possiamo dire che questi abbinamenti piatto-chef-film sono proprio “cult”?).
- Paolo Parisi, agricoltore-cuoco militante e iconoclasta, con la sua Carbonara Fusione a freddo (le sue uova, il suo guanciale di cinta senese – e lo zafferano di Croco e Smilace – tutto a freddo): Il mio nome è Carbonara.
- Mohamed Ourad, chef franco-algerino del ristorante Momo a Londra, nella zona di Soho, e il suo Couscous Momo (couscous, cipolla rape verza carota pomodoro sedano zucchine, agnello, spezie): Alla ricerca del Sacro Couscous.
- Bernard Chesneau, chef che dai ristoranti di altissimo livello è passato a girare la Danimarca con il suo food truck, e il Flaeskesteg, piatto a base di maiale arrosto e insalata di cavolo rosso e arancia: La calda notte del Flaeskesteg.
- Jean-François Ferrié, chef ritiratosi a Laiguiole, sua città d’origine, da dove ci porta il suo Aligot à l’ancienne, patate toma di Laguiole panna acida burro aglio: L’eruzione dell’Aligot gigante.
- Franco Aliberti, giovane prodigio della pasticceria italiana, ex-Bottura in attesa di una sua apertura, con un Mettimigiù, ovvero un non-Tiramisù: granita di camomilla al posto del caffè, crema di yogurt magro e zafferano invece del mascarpone, pan di spagna di farina di riso invece dei savoiardi, miscela di stecia e erbe dolcificanti invece dello zucchero: Mettimigiù vs Tiramisù.
- Alessandro Negrini e Fabio Pisani, ovvero Il Luogo di Aimo e Nadia, e gli Incontri “che non ti aspetti: fragole, pomodori Cuori di Bue di Albenga, pop corn di pasta, arance, limoni e menta fresca, in abbinata con gli Incontri di Sanpellegrino (Limoni di Sicilia e Menta Piperita del Piemonte o Arance e Fichi d’India di Sicilia): Incontri ravvicinati del terzo tipo.
- Zanotto, vino naturale al 100%, in versione Colfondo o Fermo.
- Birra del Borgo, con le sue birre artigianali.
CULT PARADE
In rete, classifiche del piatto più apprezzato. Pare che Burgerella abbia vinto – Kristin con i suoi occhi di ghiaccio e il suo hamburger con la melanzana fritta, hanno spopolato.
Noi abbiamo apprezzato moltissimo l’aligot di monsieur Ferrié: piatto “semplice” ma d’impatto, soprattutto visivo: vedere il maestro levare in aria, più in alto possibile, questo impasto filante e profumato è stato davvero un bel momento. Ma anche assaggiare il Flaeskesteg di Chesneau, con la porchetta croccante e il cavolo rosso e l’arancia a contrasto, è stata una bella esperienza.
Una carica di energia grazie alla carbonara fusione a freddo con le mitiche uova e guanciale di Parisi – purtroppo la pasta era appena indietro di cottura. Molto buono il couscous di Momo – un po’ sacrificato dal bicchierozzo in cui è stato servito, un piatto o ciotola avrebbero permesso di maneggiare il tutto, e gustarlo, con più disinvoltura ed efficacia. Sorprendentemente fresco e piacevole il piatto Incontri ravvicinati del 3° tipo di Pisani e Negrini, che si sposa a meraviglia alle due nuove bibite di S. Pellegrino. Delicato, ai limiti del disarmante, il dolce di Franco Aliberti. Alcuni lo hanno trovato geniale. Altri lo hanno trovato scarso di sapori.
I vini di Riccardo Zanotto, simpatico personaggio che sta portando in giro per il mondo il suo brand con successo, e le ottime Birre del Borgo, sono fuori classifica – ma fanno parte dei nostri cult personali.
[Christian Sarti, Emanuele Bonati. Immagini: Davide Zanoni, Emanuele Bonati]