Pozzuoli. Pizza canotto e pesce nella nuova pizzeria di Vincenzo Capuano
Capvin aka Vincenzo Capuano ha aperto una nuova pizzeria a Pozzuoli, comune che confina con Napoli.
Dopo la casa base di piazza Vittoria a Napoli (e quelle di Pompei e del Vomero, è la volta del lungomare della cittadina del litorale flegreo.
Siamo sul porto, lì dove ci sono gli imbarchi per le isole (prendete nota voi che siete alla ricerca di una “stazione di servizio” per le vacanze).
Il palazzetto che ospita la pizzeria ha anche la fortuna di avere il parcheggio (gratuito con disco orario di 2 ore) al Molo Caligoliano. Ovviamente preparatevi a una discreta fila il sabato sera.
E prenotate alla pizzeria di Capuano perché la normativa Covid-19 ha ristretto la disponibilità di posti e Pozzuoli in queste sere d’estate è bella piena. Anche di sabato con il Napoli che giocava in Champions.
Vincenzo Capuano è ormai un attore protagonista della scena della pizza napoletana. Con il suo canotto ha fatto breccia nel cuore e nei palati dei napoletani che hanno accettato la rivoluzione della pizza contemporanea.
La nuova pizzeria, aperta con la famiglia di Luca Costantino e l’architetto Giusto Giordano che ha curato la ristrutturazione, si sviluppa su due piani. E dispone anche di un dehors quanto mai necessario in estate e con la paura contagio sempre in agguato.
Il menu è quello comune alle altre pizzerie a marchio Capuano con la tradizione rispettata quanto a farciture e l’obbligatoria innovazione della contemporanea che in mano a Vincenzo Capuano ha qualche deriva food porn. Non potrebbe essere altrimenti per uno dei re dei social della pizza.
I fritti
Apriamo come tradizione vuole in pizzeria con un paio di fritti. La montanarina è fresca con i pomodorini gialli scottati in padella e lardo di patanegra rinforzato da pecorino romano e foglie di basilico. La trovate nel trittico con la classica al ragù e quella con mortadella e Fuscella di Napoli. Abbiamo chiesto di estrapolarne una sola per evitare di fermaci ai fritti essendo solo due commensali. E bene abbiamo fatto altrimenti avremmo divorato la prima pizza.
Buono anche il crocché che insieme alla frittatina di pasta rappresenta il benchmark per il reparto frittura la cui cucina, allocata al piano superiore insieme ai tavoli rotondi del privé e della degustazione, si comporta molto bene.
Le pizze con il pesce
La domanda all’ordine è quale pizza hanno preferito i clienti della nuova pizzeria in questi primi 10 giorni di apertura, oltre alla scontata Margherita. La risposta è la Posillipina (12 €). Il tributo alla collina residenziale di Napoli la cui cresta divide il Golfo di Napoli da quello di Pozzuoli (anche se geograficamente è compreso) è subito accettato.
La pizza posillipina è una pizza a due cotture. Non è una pre-cotta surgelata, né una rigenerata, ma una pizza fritta e poi passata al forno. Una goduria appunto un po’ food porn con il gambero steso sulla stracciatella vaccina e accompagnato da pesto di basilico e zeste di limone.
Diceva mia nonna che fritta è buona pure una scarpa, ma se impasto e cottura non fossero al top, la posillipina sarebbe una collina piombata sullo stomaco. E invece vola via leggera. L’appunto potrebbe essere sul gambero da finire di sgusciare. Ma la scelta è farlo vedere per intero invece di proporre una battuta.
La conferma l’abbiamo dalla Puteolana, la pizza fuori carta che Vincenzo Capuano ha dedicato alla città (10 €). L’ispirazione, come dichiarato dal pizzaiolo, arriva dalla spigola fritta con scapece di zucchine del menu Napoli di Lino Scarallo a Palazzo Petrucci. Da attento lettore di Scatti di Gusto (bonus per lui), l’ha notata sulle nostre pagine e l’ha presa a prestito.
Facendo bene, perché il nonno autore delle zucchine alla scapece ha mantenuto molto basso il tenore di aceto. Anche la frittura della spigola, con ovviamente tutta la pelle, è deliziosa. Il consiglio per chi non amasse il pesce sulla pizza (vecchia diatriba che conosce eccezioni quando la presenza del pesce è ben calibrata) è chiedere una “scapece” senza la spigola. Anzi sarebbe il caso di metterla in carta questa scapece, insieme alla Nonna Adele, con una grattugiata di formaggio e una fuscella, per dire.
L’impasto e il forno
Pizza canotto, frittura, pesce e food porn. Ce ne sarebbe abbastanza per bollare come modaiola la pizzeria di Vincenzo Capuano. Manca l’impasto ancor più affinato nella biga all’80% che viene su da farine del Mulino Caputo (Nuvola e Nuvola Super) ben gestite. Ma non è moda, bensì innovazione che migliora il prodotto finale anche rispetto alle altre pizze sfornate nelle altre pizzerie capuanensi.
A Pozzuoli l’organizzazione degli spazi lavorativi è migliore per dimensioni e layout.
E migliore è soprattutto il forno (a legna) che consente a Capuano e alla sua squadra di asciugare molto bene la pizza e dare oltre alla spinta necessaria per alzare il cornicione una cottura che rasenta la perfezione. Il periodo di lockdown, se vogliamo trovare un aspetto positivo, ha permesso al forno tradizionale di assestarsi e di asciugarsi per arrivare in forma all’inaugurazione.
Il resto lo ha fatto Capuano che ha trovato una piazza molto reattiva alla sua proposta di pizza contemporanea. Anche se mette su il pesce e strizza l’occhio al food porn.
Voto: 9/10
Pizzeria Vincenzo Capuano. Via San Paolo, 17. Pozzuoli (NA). Tel. +3908118813050